“Viaggio ai luoghi della deportazione”:

tre studentesse del Polo Bianciardi rappresentano la Provincia di Grosseto

Tre studentesse del Polo Bianciardi hanno partecipato al viaggio studio ai luoghi delle deportazioni presenti sul territorio italiano, rappresentando la provincia di Grosseto tra le scuole della Toscana.
Un viaggio emozionante ha condotto sui luoghi delle deportazioni italiane tre studentesse del Polo “L. Bianciardi” di Grosseto dei tre indirizzi della scuola, Giada Vistel Jimenez per il Professionale Servizi Commerciali Web Community, Aurora Mordini per il Tecnico della Grafica e della Comunicazione e Arianna Bianciardi per il Liceo musicale che, nel gruppo dei partecipanti, hanno rappresentato la provincia di Grosseto. Un’opportunità offerta dalla Fondazione Museo e Centro di Documentazione della Deportazione e Resistenza, Luoghi della memoria Toscana e dalla Regione Toscana.
Il viaggio è iniziato a Firenze passando dai binari che ricordano i viaggi verso i campi di sterminio che ebbero sul loro tragitto il loro carico di esseri umani. Proprio nella stazione di Santa Maria Novella le ragazze si sono soffermate davanti alle lapidi e ai monumenti che ricordano quei tragici eventi. Dal 7 al 10 aprile insieme ad un gruppo di 150 tra studenti e docenti della Toscana hanno attraversato l’Italia centro settentrionale per visitare luoghi significativi della deportazione durante la Seconda guerra mondiale, che coinvolse circa 40.000 italiani, dei quali 8.369 di fede ebraica. Morirono nei lager 37.000 persone, lasciando una ferita profonda nella storia del nostro paese. Alcune delle loro storie sono state incise col rosso sangue sulle pareti del Museo Monumento al deportato politico e razziale di Carpi, dove sono conservati anche reperti provenienti dal vicino campo di concentramento e di transito di Fossoli. Qui si è potuto constatare che il passo del tempo ha distrutto gran parte delle strutture che servirono da internamento, che sono poi divenute rifugio per gli orfani raccolti da don Zeno e che formarono il primo nucleo di Nomadelfia, ed infine da quartiere dei profughi giuliano-dalmati che vi risiedettero per decenni. Per completare il quadro dei campi fascisti, si è tenuta la conferenza del professor Carlo Spartaco Capogreco, che ha illustrato l‘universo concentrazionario creato prima dal Fascismo e poi dalla Repubblica di Salò e che ha donato a tutti i partecipanti una delle sue principali pubblicazioni, “I campi del duce”. Nella tappa di Trieste una guida ha svelato i fatti accaduti nella Risiera di San Sabba e come l’architettura della sua musealizzazione sia funzionale non solo dal punto di vista conservativo, ma anche emotivo, perché induce lo spettatore ad una consapevolezza profonda. Il momento più toccante è stato senza dubbio l’incontro con Andra Bucci, sopravvissuta ad Auschwitz ed ora residente negli Stati Uniti. È stato un grande privilegio che sia venuta appositamente per testimoniare la sua vicenda, che è stata dolorosa non solo durante l‘internamento ma anche negli anni successivi, quando con la sorella ha vissuto negli orfanotrofi della Cecoslovacchia e del Regno Unito, fino a quando si sono ricongiunte ai genitori. Una narrazione lucida e commovente, sicuramente indimenticabile per le studentesse del Polo Bianciardi e per tutti i partecipanti. Il percorso si è poi concluso a Firenze, presso il memoriale delle deportazioni, che contiene una installazione originariamente montata ad Auschwitz per ricordare gli italiani che vi furono imprigionati e che fu progettata, tra gli altri, da Primo Levi e da Luigi Nono. Qui i ragazzi e le ragazze si sono riuniti in sottogruppi per condividere le loro emozioni e tradurle in un elaborato grafico, che è stato poi illustrato agli altri gruppi alla presenza dell’assessora regionale Alessandra Nardini e del presidente della regione Toscana Eugenio Giani.
Le tre studentesse del Polo Bianciardi sono state accompagnate dalla professoressa Laura Ciampini, referente regionale per la didattica della Shoah, nel prossimo anno scolastico realizzeranno una dissemination rivolta ai compagni del loro istituto perché anche loro, come ha sottolineato Giada Vistel, non possano dire di non aver saputo.
Pubblicato: 22 Aprile 2025 - Revisione: 23 Aprile 2025