Gli studenti delle classi prime e seconde del professionale protagonisti di un progetto della Regione Toscana e dell’Università di Perugia sugli effetti positivi della lettura ad alta voce.
Gli studenti delle classi prime e seconde dell’istituto professionale del Polo Bianciardi di Grosseto protagonisti del progetto della Regione Toscana “Leggere: forte!” realizzato in collaborazione con l’Università degli studi di Perugia (con la direzione scientifica della cattedra di pedagogia sperimentale), il Ministero dell’Istruzione (tramite USR Toscana), l’INDIRE (Istituto Nazionale Documentazione Innovazione Ricerca Educativa) ed il Cepell (Centro per il libro e la lettura del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali). Un progetto che ha l’obiettivo di far diventare la lettura ad alta voce in classe da parte di insegnanti ed educatori una pratica quotidiana e strutturale nel sistema educativo toscano come strumento per migliorare il successo scolastico degli studenti. Il progetto ha proseguito il percorso iniziato lo scorso anno e ha coinvolto gli alunni delle classi prime e seconde dell’indirizzo professionale servizi commerciali. Dopo una prima fase di formazione dei docenti, il percorso ha ripreso a pieno ritmo con l’avvio della lettura dei libri accuratamente selezionati da studiosi ed esperti di pedagogia e letteratura per ragazzi. Ma non si tratta di una lettura individuale e finalizzata all’acquisizioni di informazioni e nozioni, questo progetto prevede che gli insegnanti stessi leggano ad alta voce di fronte alla classe.
Un’ora al giorno, un insegnante a turno chiude il proprio libro di testo, mette da parte interrogazioni e spiegazioni e insieme ai propri studenti si mette comodo, apre il libro e inizia a leggere, dimenticando per un’ora gli impegni scolastici per dedicarsi solo al piacere della lettura. Grazie a questo progetto, quindi, ragazzi ed insegnanti hanno avuto l’opportunità di condividere questo momento ogni mattina, leggendo insieme le avventure e le storie dei protagonisti dei libri scelti, hanno condiviso emozioni, sentimenti e vicende studenti e docenti per il semplice piacere di leggere. Alcune classi dell’istituto, inoltre, sono state scelte come classi campione divenendo un tassello importante del progetto. Gli studenti si sono messi a disposizione dei ricercatori dell’università di Perugia che hanno potuto fare i test preliminari e conclusivi e le indagini sperimentali che serviranno per valutare i risultati del progetto.
L’obiettivo è quello di promuovere la lettura a partire dai più piccoli e renderla accessibile a tutti. Inoltre si vuole dimostrare che leggere ed ascoltare la lettura fatta ad alta voce non solo è un modo per arricchire il proprio bagaglio culturale, ma è qualcosa do più: leggere apre la mente, sviluppa la capacità di ascolto e di concentrazione e le capacità cognitive, insomma come sintetizza uno d egli slogan del progetto “leggere ad alta voce fa crescere l’intelligenza.” Un progetto che l’istituto Bianciardi, insieme alla Regione Toscana e all’Università di Perugia, ha portato avanti con determinazione e continuità anche in questo anno segnato da lunghi momenti di didattica a distanza. Gli insegnanti hanno continuato a leggere anche di fronte alle telecamere e ai PC dimostrando che, oggi più che mai, leggere può allargare i confini, superare le barriere ed abbattere le distanze. “Ho creduto da subito nel Progetto – ci racconta Daniela Giovannini, Dirigente del Polo L. Bianciardi di Grosseto - da quando, ormai più di 3 anni fa, Federico Batini dell’Università degli studi di Perugia e attuale curatore scientifico, presentò nella Biblioteca di Follonica, gli esiti di una sperimentazione del progetto. Ritrovai nei dati riportati e nelle sue parole una mia personale convinzione: molti adolescenti di oggi hanno perso nella loro fanciullezza uno step importante: la lettura ad alta voce di fiabe e racconti che i genitori e i nonni una volta facevano. Ascoltare una storia, senza la fatica di leggere e coccolati da qualcuno che ti vuole bene, sviluppa abilità di comprensione, accresce il patrimonio lessicale (nonna, che vuol dire…?), stimola relazioni positive e aiuta a riconoscere e dominare le proprie emozioni. Ringrazio i docenti che ci hanno dato fiducia e che si sono impegnati pur in tempi difficilissimi e mi auguro che i nostri ragazzi possano conservare di noi per il futuro il ricordo di una scuola amica”